Fonti di energia non "esauribili" nella scala dei tempi "umani" o comunque così percepite dall'uomo o dalla società.
Non esiste una definizione univoca dell'insieme delle fonti rinnovabili, esistendo in diversi ambiti diverse opinioni sull'inclusione o meno di una o più fonti nel gruppo delle "rinnovabili".
Secondo la normativa di riferimento italiana (D.L. 16 marzo 1999, n.79, vengono considerate "rinnovabili": "...il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici.
Rientrerebbero in questo campo dunque:

  1. Energia idroelettrica;
  2. Energia del moto ondoso;
  3. Energia mareomotrice;
  4. Energia geotermica;
  5. Energia solare (termica e fotovoltaica);
  6. Energia eolica;
  7. Energia da biomasse;
  8. Biogas;
  9. Olii vegetali ;
  10. Biodiesel;
  11. Combustibile derivato dai rifiuti (CDR);
  12. Termovalorizzazione.
Non viene considerata rinnovabile, sebbene "non fossile", l'energia nucleare, in quanto il suo utilizzo dipende comunque da riserve limitate di materiali che non si rigenerano alla stessa velocità con cui vengono consumate e ancora, al contrario delle altre citate, pongono seri problemi di sicurezza e di smaltimento dei prodotti di scarto.
Inoltre, a volte non viene considerata "rinnovabile" l'energia geotermica, mentre nell'ambito dei movimenti ambientalisti, spesso viene scartata l'energia prodotta dai rifiuti.
Un'altra classificazione che spesso viene fatta è quella tra fonti rinnovabili "classiche" (idroelettrico e geotermia) e fonti rinnovabili "nuove" (anche dette "NFER"), tra cui vengono generalmente incluse l'energia solare, eolica e da biomassa.